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Conte il progressista a Bruxelles: "Basta spese militari"

Conte il progressista a Bruxelles: "Basta spese militari"

Il leader 5 Stelle: "500 miliardi vadano alle politiche del lavoro, noi alternativi alla destra"

Bruxelles, 11 dicembre 2024, 08:58

Marcello Campo

ANSACheck
Conte il progressista a Bruxelles: "Basta spese militari" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Conte il progressista a Bruxelles: "Basta spese militari" - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - La priorità dei cittadini italiani ed europei, è l'economia, il lavoro, la competitività delle imprese, certo non i 500 miliardi da spendere per nuove armi, intenzione definita "una follia". Durante la sua giornata al Parlamento europeo, il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte conferma il suo profilo di pacifista e di progressista. Apre all'ipotesi di una difesa comune europea ma nell'ottica di "una razionalizzazione delle spese, in una economia di scala, certamente non a favore del suo aumento". Tuttavia, evita accuratamente di attaccare il Pd, anzi ribadisce che i Cinque stelle puntano "a un progetto alternativo alla destra di governo, più che conservatrice reazionaria e restauratrice".

Del resto, sin dall'inizio della legislatura europea, i due capi delegazione all'Eurocamera, il pentastellato Pasquale Tridico e quello dem, Nicola Zingaretti hanno sempre svolto il delicato lavoro di tessitori nei rapporti tra le due forze politiche. Non è un caso se al primo appuntamento della giornata di Conte, un convegno contro la criminalità organizzata, ad ascoltarlo in prima fila c'è una nutrita pattuglia di esponenti del Pd: oltre all'ex segretario, anche Antonio Decaro e Raffaele Topo. Accantonato, per una manciata di ore, il suo conflitto interno con Beppe Grillo, l'ex premier rilancia il ruolo dei suoi eurodeputati qui a Bruxelles orgogliosamente all'opposizione rispetto a una Commissione, che, attacca Conte, "pensa a una transizione militare e non alla transizione economica e sociale".

Ma nessun riferimento ai dem che invece questa Commissione l'hanno votata. Il suo obiettivo è inquadrare la politica del M5s in Europa in "una sfida globale". Quindi annuncia una lettera a Ursula von der Leyen e a Roberta Metsola per ribadire che invece di destinare 500 miliardi per la difesa e l'invio di nuove armi a Kiev, si usino queste risorse per l'automotive, 200 miliardi, e i rimanenti 300 miliardi per aumentare la competitività delle imprese europee. "Il governo sull'automotive - sottolinea - non ha una strategia, è ondivago".

Quanto al Pd, si limita a dire di sperare che "come tutti gli altri gruppi, sostenga l'iniziativa". Imperturbabile anche quando i cronisti gli fanno notare che in Italia si definisce "progressista" e non "di sinistra", mentre qui in Europa fa parte del gruppo "Left" e non di quello dei socialisti. "Quando ragioniamo su formule astratte - spiega - può accadere di Paese in Paese abbiano un significato diverso: poi è grazie a noi che in Italia si parla di progressisti e non più dello schema ottocentesco di destra e sinistra".

"Inoltre abbiamo visto in Italia addirittura forze di sinistra che hanno portato avanti politiche neoliberiste, appannaggio invece di forze conservatrici", ma è solo un riferimento quasi storico, ha affermato. Il punto centrale, quello politico, netto e inequivocabile, scandisce Conte, è che il Movimento Cinque stelle, sotto la sua guida, si batte contro la destra in Italia. E in Europa contro chi intende inviare armi in Ucraina e cancellare il Green deal.

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