(di Emanuela De Crescenzo)
"La prima cosa che si dovrebbe fare è
escludere la disabilità dai tagli delle leggi di bilancio.
Sarebbe un atto di attenzione, civiltà e rispetto verso le
persone delle quali si parla tanto. Questo dovrebbe capire la
politica". A dirlo è il presidente nazionale dell'Unione
Italiana dei Ciechi (Uic) Mario Barbuto nella ricorrenza della
giornata internazionale delle persone con disabilità.
"In questo momento alle varie difficoltà si sta aggiungendo -
spiega il presidente - una condizione inquietante che stiamo
vivendo sulla nostra pelle con le restrizioni di finanza,
soprattutto con l'ultima legge di bilancio. Si dice 'viene
tagliato il 5% ai ministeri e non è niente'. Ma non è niente per
chi ha tanto, ma per chi ha poco il 5% è tantissimo. Ed avere
tagliato in maniera così indiscriminata cioè aver fatto parti
uguali verso situazioni e persone in condizioni disuguali, è un
grande elemento di ingiustizia".
Tagli che per Barbuto incidono pesantemente "sulla nostra
biblioteca braille ad esempio" oppure "sulla nostra
organizzazione che si occupa dei materiali didattici. Subendo
questi tagli, tutto diventa più precario e più difficile, anche
garantire quei mezzi di supporto e quel personale adeguato
necessario all'inclusione scolastica di cui tutti parliamo".
Barbuto chiede soprattutto: "di spendere bene ed avere
attenzione nei confronti delle persone" perché attualmente le
risorse, sostiene, "sono troppo frammentate tra Comuni, Regioni
e ministeri".
Dal punto di vista "culturale - aggiunge - sicuramente sono
stati fatti dei passi avanti: piano piano si comincia a
comprendere come la disabilità non è né una malattia e né un
peso. Ma può divenire una forza per valorizzare le persone che
portano questa difficoltà. Valorizzarle vuol dire mettere
ciascuna delle persone nelle condizioni di poter dare i talenti
che ha, indipendentemente dai limiti, e di poter ricevere ciò
che deve essere dato a queste persone per colmare i gap, i
deficit. Da un punto di vista pratico, però, la situazione è
rimasta molto più indietro" e cita solo per fare un esempio le
barriere architettoniche sia fisiche ma anche sensoriali.
"Se andiamo a verificare gli obblighi di legge che impongono
a tutti i comuni italiani di avere un proprio piano per
l'eliminazione delle barriere architettoniche, verifichiamo che
nemmeno il 20% di questi Comuni assolve all'obbligo, quanto meno
teorico di avere il piano, poi realizzarlo dal punto di vista
pratico è una ulteriore complicazione". Per non parlare del
collocamento dei disabili nel mondo del lavoro: "Sono molto
pochi" dice e ricorda anche le donne disabili vittime di
violenza "spesso sono abusate dagli operatori che dovrebbero
occuparsi di loro o curarle. Serve di sicuro - conclude Barbuto
- non tagliare i fondi".
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